11/10/2012, 00.00
RUSSIA
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Le Pussy Riot si dividono, ma giurano che la protesta andrà avanti

di Nina Achmatova
La sentenza d'appello concede la sospensione della pena a una delle tre attiviste. Confermata la condanna a due anni di colonia penale per le altre due. La Chiesa auspica che la libertà concessa alla ragazza non porti a nuove azioni blasfeme.

Mosca (AsiaNews) - La Chiesa russo-ortodossa ha auspicato che la libertà vigilata concessa a una delle tre ragazze delle Pussy Riot, nel processo di appello il 10 ottobre, "non venga usata per altre azioni blasfeme" e ha chiesto di nuovo il "pentimento" delle ragazze, per bocca dell'arciprete Dmitri Smirnov, capo del dipartimento sinodale per i rapporti con le forze dell'ordine e l'esercito. Ma le tre attiviste sembrano intenzionate a non cedere a quelle che hanno definito le "intimidazioni" del Patriarcato di Mosca. Così, appena uscita dal carcere dopo 178 giorni di custodia, Ekaterina Samutsevich ha dichiarato in un'intervista alla Cnn, che "la protesta andrà avanti" e non ha escluso il ripetersi di azioni anche in luoghi sacri.

Katia (il diminutivo con cui è conosciuta) ha ottenuto la condizionale grazie al cambio di linea difensiva, con cui i suoi nuovi legali, tenendo fuori ogni riferimento alla politica dalle loro arringhe, hanno convinto i giudici che la ragazza non ha preso parte fisicamente alla ormai celebre performance anti-Putin nella cattedrale di Cristo Salvatore, perché fermata prima dalla sicurezza. Sconteranno, invece, la loro pena a due anni di reclusione per "teppismo motivato da odio religioso" le altre due ragazze, Maria Aliokhina, 24 anni, e Nadia Tolokonnikova, 22 anni, destinate a una colonia penale fuori Mosca.

La "Giustizia russa divide le Pussy Riot", hanno titolato agenzie e giornali e, secondo alcuni avvocati della difesa, come Mark Feigin, era proprio questo l'obiettivo delle autorità russe: spezzare e indebolire il fronte delle Pussy Riot, che in pochi mesi hanno raccolto intorno a loro un vasto movimento di solidarietà internazionale, diventando in breve il simbolo dell'opposizione alla presidenza Putin . Secondo Feigin, la Samutsevich ha ricevuto pressioni dall'alto per cambiare linea difensiva, in cambio della libertà. "Sembra che abbiamo a che fare con una sorta di gioco politico, che mira a dividere" le componenti del gruppo, "forzandole a rapportarsi in modo diverso rispetto alla condanna" ha commentato il legale, molto attivo per la causa anche fuori dall'aula di tribunale, nelle piazze e all'estero.

Proprio contro l'idea che si sia consumato uno 'scisma' all'interno del gruppo si sono subito espresse tutte e tre le ragazze, con Nadia e Maria che si sono dette "contente" per la liberazione della loro compagna e Katia che ha espresso "dispiacere" per la conferma della condanna alla altre due. Tutte i aula hanno ribadito la loro innocenza, dicendosi disposte a chiedere scusa ai fedeli offesi dalla loro performance, ma rifiutando di pentirsi, come chiesto già alla vigilia dell'udienza dal Patriarcato di Mosca. "Non c'era nulla di anti-religioso nella nostra azione - ha ribadito la Tolokonnikova, ritenuta la leader del gruppo -  Sono pronta a chiedere scusa se ho offeso delle persone, ma pentirsi e' impossibile, perche' vorrebbe dire riconoscere che la nostra azione era diretta contro la religione, cosa che non e' vera". Nessun segno di cedimento neppure da parte della Aliokhina. "Anche se ci manderanno in Siberia non rimarremo in silenzio", ha avvertito la giovane. "Non siamo finite come neppure la nostra protesta", ha avvertito Katia parlando ai microfoni della Cnn. "La situazione nel Paese è peggiorata da quando abbiamo messo in scena la performance a febbraio - ha poi aggiunto - lo stesso processo contro di noi ne è la prova".

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