11/03/2017, 10.41
INDIA
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Modi verso la vittoria in Uttar Pradesh

Lo spoglio dei voti è iniziato questa mattina. Gli ultimi aggiornamenti riportano la vittoria di 305 seggi su 403. La tornata elettorale rappresenta un referendum sulle politiche del premier, dopo il bando delle rupie. Leader cristiano esprime preoccupazione per le politiche aggressive dei nazionalisti indù.

New Delhi (AsiaNews) – Il partito nazionalista indù del premier Narendra Modi va verso la vittoria in Uttar Pradesh. Lo spoglio dei voti è iniziato questa mattina alle 8 (ora locale) e gli ultimi aggiornamenti parlano di una schiacciante maggioranza del Bjp (Bharatiya Janata Party): 305 seggi aggiudicati su un totale di 403. Se così dovesse essere confermato, si tratterebbe del più importante risultato politico per il primo ministro indiano, che continua ad essere amato dalla popolazione nonostante il recente bando delle rupie che ha devastato le zone rurali e messo in ginocchio le classi povere.

Ad AsiaNews Sajan K Gerge, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), commenta allarmato: “Il giorno dello zafferano è sorto in India. Il laicismo ha un nuovo significato o comprensione nella nostra India democratica e laica. Con la vittoria del Bjp la nostra minuscola e vulnerabile minoranza cristiana subirà l’ira ingiustificata piena di livore [dei radicali indù]”.

L’attuale tornata elettorale si svolge in cinque Stati: Goa, Punjab, Uttarakhand, Manipur e Uttar Pradesh. È in quest’ultimo, il più popoloso tra i territori indiani, che nei mesi scorsi si sono concentrate le attenzioni della politica e degli analisti. Lo stesso premier Narendra Modi ha personalizzato il voto, assumendo la guida della campagna elettorale e riversando tutta la propria influenza a sostegno dei candidati.

Fin da subito gli esperti hanno sottolineato che il voto sarebbe stato un referendum sulla sua persona, soprattutto dopo la sua decisione di eliminare dal commercio le rupie più contraffatte, nel tentativo di mettere un freno alla corruzione. Nonostante le critiche piovute da ogni parte a causa delle pesanti ripercussioni sulle classi più vulnerabili della società indiana, egli ha mantenuto invariata la manovra economica. Anzi, ha promesso che il bando delle banconote sarebbe andato a vantaggio proprio di quelle fasce povere dell’Uttar Pradesh che oggi hanno deciso di premiarlo.

Il leader cristiano è preoccupato per i risvolti della vittoria dei nazionalisti indù. “I cristiani dalit e tribali – sostiene – continueranno ad essere schiacciati da una doppia discriminazione. Gli estremisti indù compiono riconversioni all’induismo o ‘ritorni a casa’. Ad ogni modo, il Gcic continua a sperare nelle garanzie costituzionali”.

Lenin Raghuvanshi, direttore del People’s Vigilance Committee on Human Rights, aggiunge: “L’individualismo o l’eroismo individuale non sono una risposta politica. La politica del ‘dividi per poter meglio governare’ è diventata una consuetudine nel nostro Paese. Le decisioni settarie dividono la maggioranza povera e sono promosse dai leader economici per nascondere politiche fiscali basate sull’impunità, che vorrebbero fare dell’India un Paese attraente per gli investimenti esteri. Questo arricchisce solo i leader economici e politici”.

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)

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