24/02/2006, 00.00
Pakistan
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Pakistan, leader cristiani: "Non fate di noi i capri espiatori degli errori occidentali"

di Qaiser Felix

Durante un incontro con il primo ministro pakistano nove leader religiosi, cattolici e protestanti, "condannano la pubblicazione delle vignette su Maometto, ma chiedono di fermare la violenza".

Lahore (AsiaNews) – "Non fate di noi i capri espiatori degli errori occidentali". Con queste parole due vescovi cattolici e sette leader delle comunità protestanti hanno chiesto il 22 febbraio al primo ministro pakistano, Shaukat Aziz, "maggiore giustizia e minor discriminazione all'interno della società".

Le proteste contro la pubblicazione delle vignette su Maometto – ritenute "blasfeme e dissacranti" dalla comunità musulmana mondiale – sono infatti divampate anche in Pakistan, dove a farne le spese sono stati i fedeli e le proprietà cristiane, lasciando un'ondata di insicurezza e paura. "Ci hanno ricevuto in maniera molto cordiale – dice ad AsiaNews monsignor Lawrence Saldanha, arcivescovo di Lahore – ed hanno chiesto scusa per gli attacchi e la distruzione di chiese ed edifici cristiani". Cattolici e protestanti, dal canto loro, hanno "condannato fermamente ancora una volta la pubblicazione delle vignette offensive, ma anche la violenza che ne è derivata".

Con una lettera aperta pubblicata oggi, i leader religiosi "assicurano la loro vicinanza ai fedeli sparsi in tutto il Paese" in questa situazione "tesa e difficile". "Non abbiamo dubbi nell'affermare – si legge nel testo – che la distruzione delle chiese di Sukkur e di Sangla Hill, e molti altri casi di violenza, vi rendono insicuri e timorosi. Il primo ministro ci ha però assicurato che farà eliminare da tutte le moschee ogni incitamento alla violenza contro i non-musulmani ed ha ricordato che il governo intende promuovere l'armonia interreligiosa, oltre a garantire sicurezza e protezione per la vita e le proprietà delle minoranze".

"Un lato positivo di tutta questa vicenda – concludono – esiste: l'unità e la collaborazione fra cattolici e protestanti. Siamo felici di questo sentimento di cooperazione, genuino, e di questa solidarietà ecumenica. Nell'unità si trova la nostra forza".

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